Un approfondimento sulle clausole di azione collettiva sul debito pubblico.
È degna di un piccolo approfondimento una norma introdotta dal governo di Mario Monti sui titoli di Stato italiani. Si tratta delle clausole CACs, clausole di azione collettiva sul debito pubblico, che sono state introdotte il 1° gennaio 2013 nel Trattato di Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), ratificato anche dall'Italia.
Le clausole CACs sono delle clausole vessatorie che regolano la possibilità, per uno Stato che versa in una condizione di crisi del debito sovrano, come ad esempio è avvenuto in Grecia, di ricontrattare interessi e scadenze e di proporre agli investitori lo scambio con obbligazioni di diversa tipologia. Nella sostanza, si tratta di una serie di regole che permettono agli Stati che vivono una situazione di difficoltà di attuare una ristrutturazione del debito.
Le CACs rendono quindi obbligatorio lo scambio anche dalla controparte che non ha acconsentito, a condizione che vengano rispettate determinate soglie: gli accordi europei stabiliscono che l'emissione di titoli di debito pubblico con le CACs non superino il 45% emesso in un anno.
Secondo questo accordo previsto dall'ESM, il mercato dei titoli di Stato dei BOT e BTP non sarà più garantito dallo Stato stesso, in quanto con le CACs si potranno rinegoziare accordi precedentemente presi e la propria esposizione debitoria con gli investitori.
È bene fare attenzione che l’acquisto di un titolo di Stato comporta l’accettazione automatica di questa normativa. L’introduzione di queste clausole ha aperto e aprirà la strada ai nostri futuri governi nell’eventualità in cui la gestione del nostro crescente debito pubblico diventi complicata.
Quello che segue è un estratto di quanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale:
Figura 1 - Un estratto della Gazzetta Ufficiale sull'introduzione di clausole di azione collettiva CACs
Il Governo avrà dunque mano libera sulla gestione del debito senza che i possessori dei titoli possano in alcun modo intraprendere cause di risarcimento. Interessante notare come al punto (v) lo Stato si riservi anche la possibilità di rimborsare i titoli in una valuta diversa dall’Euro.
Sostanzialmente, con queste clausole, chi acquista obbligazioni potrebbe trovarsi nella posizione di partecipare ad un’operazione di ristrutturazione del debito del Paese, fissando quindi alcuni paletti per quanto riguarda le modalità e le condizioni per i casi in cui si dovesse rendere necessaria una ristrutturazione ordinata del debito sovrano, qualora fosse necessario.