Mercato azionario

Cos’è la Dynamic Yield Curve e come bisogna interpretarla

Sfatiamo un mito: il vero anticipatore del ciclo economico è il mercato obbligazionario e non quello azionario.

Pubblicato martedì 2 mag

Forse qualcuno di voi avrà già sentito parlare della Dynamic Yield Curve, uno strumento interessante per capire le interazioni intermarket tra mercato obbligazionario e mercato azionario.


Comunemente si ritiene che il mercato azionario sia anticipatore del ciclo economico, ma qui vi dimostreremo che il vero anticipatore è il mercato obbligazionario.

Vi spieghiamo le motivazioni, partendo dalla spiegazione della Dynamic Yield Curve, ovvero la curva dinamica dei rendimenti. La Dynamic Yield Curve è la rappresentazione grafica dei rendimenti di tutte le obbligazioni governative americane e delle loro durate. Sull’asse delle ordinate (l’asse verticale) abbiamo tutti i rendimenti percentuali da zero a 5% e oltre; sull’asse delle ascisse (asse orizzontale) vengono mostrate le durate, a partire da 3 mesi e fino a 30 anni.

Banalmente, la rappresentazione della Dynamic Yield Curve potrebbe essere la seguente:




Figura 1: Rappresentazione di una Dynamic Yield Curve



La struttura della Dynamic Yield Curve mostra chiaramente che i rendimenti delle obbligazioni saranno minori per durate minori (per esempio 3 mesi), mentre cresceranno per durate maggiori (per esempio 30 anni), generando rendimenti più alti.

Adesso la domanda cruciale che ci si potrebbe fare è se la Dynamic Yield Curve funziona sempre così. La risposta è, sorprendentemente, negativa. E qui viene il bello!

La Dynamic Yield Curve può assumere anche delle posizioni che possiamo definire anomale, come ad esempio:


POSIZIONE PIATTA

Il rendimento a breve termine e quello a lungo termine sono uguali.



Figura 2 - Posizione piatta della Dynamic Yield Curve



POSIZIONE INVERTITA

Il rendimento a breve termine è addirittura maggiore di quello a lungo termine.



Figura 3 - Posizione invertita della Dynamic Yield Curve



Ma perché la Dynamic Yield Curve assume queste forme anomale?


Il tasso a breve termine, governato dalla Banca Centrale, ha un certo valore x, per esempio il 3%. Il tasso sulla parte lunga della curva dovrebbe essere superiore al 3%, perché il mercato, in presenza di una crescita economica, deve essere remunerato per il tasso di inflazione atteso. Se il rendimento richiesto dal mercato sul lungo periodo è inferiore o uguale a quello di breve è perché gli operatori non si aspettano inflazione e, di conseguenza, non ci sarà crescita economica.

Questo è il motivo principale per cui l’inversione o l’appiattimento della curva dei rendimenti indica l’approssimarsi di una recessione economica.

Questa indicazione arriva sempre in anticipo rispetto al calo che si verificherà sul mercato azionario ed è per questo che la sua lettura risulta essere un interessante indicatore.

Di seguito vi dimostreremo che l’appiattimento della curva ha anticipato di alcuni mesi il crollo del mercato azionario, facendo un parallelo tra la Dynamic Yield Curve e l’andamento dell’indice S&P500.

Il grafico sotto mostra l’andamento della Dynamic Yield Curve alcuni mesi prima del crollo dello S&P500 del 1999. La curva era praticamente piatta.


Figura 4 - Andamento della Dynamic Yield Curve alcuni mesi prima del crollo dello S&P500 del 1999


In basso vediamo invece il 2006, quando quasi con un anno di anticipo prima del nuovo crollo dello S&P500 la Dynamic Yield Curve era nuovamente piatta.




È dunque chiaro come esistano delle interazioni tra mercato obbligazionario e mercato azionario e come la Dynamic Yield Curve sia un interessante indicatore di un calo del mercato azionario.